Ho finito di leggere “Yoga” di Emmanuel Carrère qualche giorno fa, mi ha accompagnato per un mese e come per tutti i libri che ho amato, adesso mi dispiace un po’ che non sia più lì ad aspettarmi e farmi compagnia.
Per chi non conoscesse il libro o l’autore: non si tratta di un saggio sullo yoga ma di un romanzo, autobiografico, che parla di yoga in un senso molto ampio del termine e non parla solo di yoga.
Il libro è molto interessante, anche se non tutte le parti sono all’altezza delle prime due, “Il recinto” e “1825 giorni”, in cui l’autore parla più esplicitamente di yoga e soprattutto di meditazione, attraverso la sua esperienza diretta. Bella, e molto tosta, anche la terza parte “Storia della mia pazzia”, sulla sua degenza in un ospedale psichiatrico.
Ma non starò qui a fare nessuna recensione del libro, anche per non togliervi il piacere di leggerlo. Voglio piuttosto soffermarmi su un particolare che mi è piaciuto molto: le diverse definizioni di meditazione che l’autore dissemina tra le pagine e che ricopio qui sotto, tutte insieme. Ognuno può forse trovare, o dare, la sua.
La meditazione è stare seduto, in silenzio, immobile.
La meditazione è tutto quello che accade dentro di noi quando stiamo seduti, in silenzio, immobili.
La meditazione è far nascere dentro di noi un testimone che osserva il turbine dei nostri pensieri senza lasciarsene travolgere.
La meditazione è vedere le cose come sono.
La meditazione è distaccarsi dalla propria identità.
La meditazione è scoprire che siamo altro da ciò che dice in continuazione: Io! Io! Io!
La meditazione è scoprire che siamo altro dal nostro ego.
La meditazione è una tecnica per intaccare l’ego.
La meditazione è immergersi e stabilirsi in ciò che la vita ha di irritante.
La meditazione è non giudicare.
La meditazione è fare attenzione.
La meditazione è osservare i punti di contatto tra sé e l’altro da sé.
La meditazione è l’arresto delle fluttuazioni mentali.
La meditazione è osservare quelle fluttuazioni mentali che chiamiamo “vritti” per calmarle e alla fine metterle a tacere.
La meditazione è essere al corrente dell’esistenza altrui.
La meditazione è calarsi dentro di sé e scavare tunnel, costruire dighe, aprire nuove vie di circolazione e far nascere qualcosa e tornare a rivedere il cielo.
La meditazione è trovare dentro di sé una zona segreta e irradiante, dove stare bene.
La meditazione è essere al proprio posto in qualsiasi posto.
La meditazione è essere coscienti di tutto, per tutto il tempo (questa definizione è di Krishnamurti).
La meditazione è accettare tutto quello che viene.
La meditazione è smetterla di raccontarsi storie.
La meditazione è lasciar perdere, non aspettarsi più niente, smettere di cercare di fare alcunché.
La meditazione è vivere nel qui e ora.
La meditazione è pisciare quando si piscia e cacare quando si caca.
La meditazione è non aggiungere niente.
APPROFONDIMENTI:
– qui trovate una bella intervista a Emmanuel Carrère
– per chi ha letto il libro: 5’30” https://www.youtube.com/watch?v=JlpLsk6lo1k