• Arte, Storie, Yoga

    Le dee dentro di me

    5 Novembre 2020 • Eleonore

    Non sono particolarmente legata alle divinità greco-romane e ai loro miti, anzi, faccio fatica a ricordarne i nomi e le storie, ma il libro “Le dee dentro la donna” della psicoterapeuta junghiana Jean Shinoda Bolen mi ha particolarmente colpita, fin dalla sua prima lettura, ormai diversi anni fa. Leggevo il primo capitolo, quello su Artemide, e in molti passaggi pensavo, stupita, “questa sono proprio io”. Oltre al sentimento di identificazione e vicinanza con alcune dee, sono emersi anche quelli di lontananza e repulsione verso altre; tutti mi sono serviti per conoscermi meglio e imparare a vedere delle parti di me, a volte visibili, altre volte nascoste, che non mettevo bene a fuoco; e anche a riconoscere parti che non volevo vedere e rifiutavo.

    Tutto questo avveniva perché attraverso la lettura entravo in contatto con gli archetipi delle diverse dee.

    L’aspetto per me più interessante, e centrale, del libro è quello di partire dai miti, dai simboli e dalle caratteristiche, sia fisiche che psicologiche, delle diverse dee del pantheon greco-romano per risalire agli archetipi che quelle divinità rappresentano, e che sono presenti tanto nella nostra cultura quanto all’interno di ognuna di noi.

    Ho quindi pensato di provare a trasformare un libro teorico, fatto di parole – e il mio personale percorso di auto-conoscenza a partire da esso – in un cammino legato anche al corpo e allo yoga.

    Non si tratta di un’idea particolarmente originale, non sono la prima, né sarò l’ultima, ad avere pensato di collegare il libro “Le dee dentro la donna” con lo yoga: sia online che nella mia città, Bologna, ho trovato altre insegnanti di yoga che hanno fatto questo collegamento. La mia ricerca si è tuttavia concentrata in particolare sullo Yoga Ratna di Gabriella Cella, che per la sua attenzione al mondo simbolico e al femminile, mi è sembrato perfetto.

    L’inverno scorso avevo anche iniziato a frequentare un percorso di gruppo legato al libro, guidato da Daniela Bonetti, una psicoterapeuta che utilizza l’arteterapia, nel quale abbiamo esplorato le prime tre dee – Estia, Artemide e Atena – prima dell’interruzione del lockdown. Durante quei mesi ho però avuto l’idea di utilizzare il libro come fil rouge della tesi finale della Scuola quadriennale di Yoga Ratna, collegando l’archetipo di ogni singola dea a una sequenza di asana che possa metterci in contatto con la sua specifica energia.

    L’interruzione dovuta al Covid, da un lato mi ha spiazzato – avrei voluto affrontare insieme al gruppo tutte le dee per poterle poi “trasformare” in sequenze – ma dall’altro mi ha dato la spinta a continuare la ricerca anche da sola. Inoltre, negli ultimi mesi di lockdown e post-lockdown, nei quali sono successe diverse cose importanti e dolorose nella mia vita, piano piano le dee hanno iniziato a farmi da guida: mi hanno aiutato a recuperare delle parti di me che avevo completamente dimenticato e a vederne altre che rifiutavo. E anche la ricerca per la tesi mi ha aiutato a portare luce su tutte le dee che sono dentro di me, anche quelle più nascoste.

    L’augurio più bello che posso farmi, alla fine di questo percorso di formazione durato quattro anni, è che possa aiutare anche altre donne nel loro cammino di auto-conoscenza. Per questo motivo ho pensato di iniziare a condividerlo attraverso un percorso di “Yoga e creatività” sulle dee,  riservato a sole donne e aperto a tutte, anche principianti e non praticanti di yoga.

    Nel suo libro, Jean Bolen individua sette dee, divise in tre categorie:

    LE DEE VERGINI ARTEMIDE, ATENA E ESTIA

    Sono rispettivamente dea della caccia e della luna, dea delle saggezza e dei mestieri e dea del focolare e rappresentano le qualità femminili dell’indipendenza e dell’autosufficienza: “A differenza delle altre divinità dell’Olimpo, non erano inclini a innamorarsi. Gli attaccamenti emotivi non le distoglievano da quanto consideravano importante. Non si facevano vittimizzare e non soffrivano. Come archetipi, esprimono il bisogno di indipendenza della donna, la sua capacità di concentrarsi consapevolmente su quanto è significativo per lei come persona autonoma”.


    LE DEE VULNERABILI – ERA, DEMETRA E PERSEFONE

    Rappresentano i ruoli tradizionali di moglie, madre e figlia e “sono archetipi dell’orientamento al rapporto, (…) la cui identità e il cui benessere dipendono dalla presenza, nella loro vita, di un rapporto significativo; esprimono il bisogno di appartenenza e di legame, tipico delle donne; sono sintonizzate sugli altri e sono vulnerabili”.

    LA DEA ALCHEMICA – AFRODITE

    Dea dell’amore e della bellezza – che “stringeva relazioni di sua scelta e non fu mai vittimizzata da nessuno. In tal modo mantenne la sua autonomia, come una dea vergine, e visse i rapporti, come una dea vulnerabile. (…) L’archetipo di Afrodite spinge la donna a cercare nei rapporti l’intensità e la stabilità, a tenere in grande considerazione il processo creativo e a essere aperta al cambiamento”.
    (Citazioni da Le dee dentro la donna, Jean S. Bolen, p. 27-28)

    Per ognuna delle sette dee l’autrice, dopo aver spiegato genealogia e mitologia, si occupa dei diversi aspetti dell’archetipo e analizza la donna corrispondente nelle diverse fasi della sua vita (infanzia, adolescenza, maturità e vecchiaia), ambiti e relazioni (lavoro, sessualità, matrimonio, figli, rapporto con le altre donne, con gli uomini, etc.). Infine approfondisce le difficoltà psicologiche e i modi di coltivare quella dea.

    Nella mia ricerca lo Yoga Ratna è diventato lo strumento attraverso il quale contattare ed entrare in relazione con ogni dea, con le sue caratteristiche, i suoi simboli e la particolare energia di cui è portatrice. Per imparare a riconoscerla, conoscerla e sentirla attraverso il corpo e le sensazioni che le diverse forme dello yoga lasciano su di noi: un altro modo per entrare in contatto con gli archetipi che ci abitano e osservare in che relazione siamo con le diverse dee e le diverse parti di noi.

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